Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

martedì 8 ottobre 2013

Sono Ateo o Agnostico?

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Considerazioni di Bertrand Russell

Parlo come uno che è stato allevato da un padre con l'intento di farne un razionalista. Mio padre era tanto razionalista quanto lo sono io, ma morì quando avevo tre anni e la Corte di Chancery decise che avrei dovuto godere dei benefici di un'educazione cristiana.
Penso che da allora la Corte abbia avuto modo di pentirsene. Non ha ottenuto i buoni risultati sperati. Sarebbe un peccato se non esistesse più l'educazione cristiana perché allora non esisterebbero più nemmeno i razionalisti.
I razionalisti sono mossi soprattutto dalla reazione contro un sistema educativo che considera del tutto giusto che un padre educhi il proprio figlio, per esempio, come un abitante della Muggletonia, o qualcosa del genere, ma mai e poi mai questi potrà essere educato in modo che pensi in maniera razionale. Ai miei tempi era giudicato illegale.

Il peccato e i vescovi

Nel momento in cui sono divenuto razionalista, mi sono reso conto che nel mondo ci sono ancora notevoli opportunità di mettere in pratica le idee razionali, non solo nell'ambito delle questioni geologiche, ma in ogni tipo di problemi pratici, come il divorzio, il controllo delle nascite, e questioni controverse come quella di recente emersa sull'inseminazione artificiale, che i vescovi giudicano gravemente peccaminosa, ma che lo è solo perché se ne parla in un passo della Bibbia. Non è un grave peccato perché fa del male a qualcuno, no, non è questa la loro tesi. Fino a quando si potrà ancora esprimere le proprie opinioni, finché si riuscirà a convincere il Parlamento a non proibire qualcosa solo perché così dice la Bibbia, fino ad allora ci sarà ancora ovviamente bisogno del razionalismo.

Come probabilmente sapete, negli Stati Uniti ho incontrato problemi considerevoli solo perché ho affermato che i suggerimenti etici della Bibbia non sono validi in merito ad alcune questioni pratiche, e che, in certi casi, bisognerebbe agire in modo diverso da quello che dice la Bibbia. A seguito di tali affermazioni, il tribunale ha stabilito che non sono un elemento adatto a insegnare in nessuna delle università degli Stati Uniti, così adesso ho ancora più ragioni di preferire il razionalismo a qualsiasi altro tipo di pensiero.

Non siate troppo certi!
Dare una definizione del razionalismo non è affatto una questione semplice. Non credo che se ne possa dare una basata sul rifiuto di questo o quel dogma cristiano. Infatti è possibilissimo che un perfetto e assoluto razionalista possa contemporaneamente accettare alcuni dogmi. Il problema è come si giunge alle proprie opinioni e non quali esse siano. La cosa in cui noi razionalisti crediamo è la supremazia della ragione. Se questa dovesse portarvi a delle conclusioni in linea con l'ortodossia, bene, rimarreste comunque dei razionalisti. Secondo me la cosa essenziale è che si basino le proprie teorie su fondamenti accettati dalla scienza, e che non si consideri ciò che si accetta del tutto certo, ma solo più o meno probabile. Credo che non essere del tutto certi sia uno degli elementi indispensabili del razionalismo.

La prova dell'esistenza di Dio
Vengo ora a un problema pratico che mi ha spesso causato delle difficoltà. Ogni volta che mi reco in un paese straniero, in una prigione o in luoghi simili, mi viene sempre chiesto quale sia la mia religione.
Non sono mai del tutto sicuro se devo rispondere "agnostico" o "ateo". E una domanda a cui è molto difficile rispondere, e oserei dire che ha creato delle difficoltà anche a molti di voi. Come filosofo, rivolgendomi a un pubblico composto unicamente di filosofi, dovrei definirmi "agnostico", perché non credo che esista alcun argomento in grado di affermare o negare l'esistenza di Dio.
Invece, dovendo immedesimarmi nell'impressione che ne ricaverebbe una persona normale, penso che dovrei definirmi "ateo", perché, ogni volta che affermo che non è possibile provare l'esistenza di Dio, dovrei subito aggiungere che non è possibile provare neanche quella degli dèi omerici.
Nessuno di noi prenderebbe seriamente in considerazione la possibilità che esistessero gli dèi omerici; ciononostante, se dovete impegnarvi seriamente a dare una dimostrazione logica del fatto che Zeus, Era, Poseidone e tutti gli altri dèi non sono mai esistiti, anche voi conveneste che è un lavoro ingrato. Infatti non riuscireste a provarlo.
Pertanto, riguardo gli dèi dell'Olimpo, rivolgendomi a un pubblico di soli filosofi direi che sono agnostico, ma rivolgendomi alla gente comune, credo che, riferendosi a tali divinità, chiunque, come me, si definirebbe ateo. Per quanto riguarda il Dio cristiano, penso che dovrei tenere la stessa linea.

Lo scetticismo
Vi sono esattamente tante possibilità che il Dio cristiano sia esistito, quante ve ne sono per gli dèi omerici. Non sono in grado di provare l’esistenza né dell'uno, né degli altri, ma non credo affatto che la probabilità sia tale che valga la pena di prendere seriamente in considerazione l'ipotesi. Quindi presumo che, dovendo compilare i documenti che mi vengono sottoposti in occasioni a questo genere, dovrei scrivere che sono ateo anche se da sempre ciò ha costituito un grosso problema, e talvolta ho risposto in un modo o nell'altro senza che ci fosse un principio preciso a guidare le mie affermazioni. Nel momento in cui una persona ammette che non esiste alcunché di certo, ritengo debba anche aggiungere che alcune cose sono più vicine alla certezza di altre. È molto più certo che siamo riuniti qui stasera, che questo o quel partito politico sia nel giusto. È chiaro che vi sono gradi diversi di certezza, e bisognerebbe preoccuparsi sempre di sottolinearlo, perché altrimenti si approderebbe nello scetticismo più totale, e il completo scetticismo, chiaramente, sarebbe del tutto sterile e inutile.

La persecuzione
Non bisogna dimenticare che alcune cose sono molto più probabili di altre e che lo possono essere al punto tale che non vale più la pena di ricordarle; ciò è sempre valido, eccetto quando si tocca l'argomento della persecuzione.
Se si arriva al punto di condannare qualcuno al rogo perché non ha fede, allora forse vale la pena di ricordarsi che questi dopo tutto potrebbe anche avere ragione, e che, pertanto non bisogna condannarlo.
In genere, se una persona affermasse, per esempio; ché la terra è piatta, io gli augurerei di tutto cuore di poter divulgare il più possibile le sue idee. Infatti potrebbe aver ragione, nonostante io creda di no. Ritengo che sia più, opportuno credere che la terra sia tonda, anche se, chiaramente, ci si può sempre sbagliare. Pertanto non credo che dovremmo optare per lo scetticismo più totale, ma semmai per la teoria dei gradi di possibilità.
Penso, insomma, che sia proprio questa la teoria di cui il mondo ha bisogno. Il mondo è pieno di nuovi dogmi. Forse quelli vecchi sono in declino, ma ne sono sorti di nuovi, e ritengo che ogni dogma sia tanto più nocivo quanto più è nuovo. Infatti quelli nuovi sono molto peggiori di quelli vecchi.


Re: di falco666 il Sabato, 03 febbraio @ 10:57:16 CETPraticamente commovente... chiaro, preciso, senza mezzi termini ne esagerazioni... esclusivamente razionale. E' consolante passare anni a riflettere su queste cose e ritrovarle poi lì negli scritti di un grandissimo osteggiato da tutti, o quasi, perchè le sue affermazioni logiche e razionali incutevano troppo timore proprio a causa della loro semplicità e chiarezza.

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