Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

mercoledì 6 novembre 2013

Auguste Comte - Ernesto Riva

AUGUSTE COMTE (1798-1857)

Auguste Comte fu il fondatore del Positivismo francese. Egli stesso afferma che fin dall’età di 14 anni aveva provato "il bisogno fondamentale d’una rigenerazione universale, ad un tempo politica e filosofica"; e questo è stata la molla di tutta la sua attività di scrittore, portandolo a considerare la scienza come la soluzione definitiva di tutti i problemi del genere umano. Fu nel 1822 che Comte ebbe chiaro – così egli dice – il suo progetto filosofico, "sotto la costante ispirazione della mia grande legge relativa all’insieme dell’evoluzione umana, individuale e collettiva", e cioè la legge dei tre stati. Nel Corso di filosofia positiva (1830-42) scrive: "Questa legge consiste in ciò : che ciascuna delle nostre concezioni principali, ciascun ramo delle nostre conoscenze passa necessariamente per tre stati teorici differenti : lo stato teologico o fittizio; lo stato metafisico o astratto; lo stato scientifico o positivo…Il primo è un punto di partenza necessario all’intelligenza umana; il terzo è il suo stato fisso e definitivo; il secondo è unicamente destinato a servire come tappa di transizione".

Nello stato teologico i fenomeni vengono visti come "prodotti dall’azione diretta e continua di agenti soprannaturali, più o meno numerosi". Nello stato metafisico i fenomeni vengono spiegati ad opera di essenze, di idee o forze astratte. Soltanto nello stato positivo lo spirito umano, riconoscendo l’impossibilità di ottenere conoscenze assolute, rinuncia a domandarsi quale sia l’origine e il destino dell’universo, quali siano le cause intime dei fenomeni, per cercare soltanto di scoprire, con l’uso ben combinato del ragionamento e dell’osservazione, le loro leggi effettive, cioè le loro relazioni invariabili di successione e di somiglianza. Si badi: Comte non è un empirista che badi solo ai "dati di fatto" ed escluda le teorie. La vera scienza, egli dice, consiste di leggi e non già di fatti, sebbene questi ultimi siano indispensabili al loro stabilirsi e alla loro sanzione. La scienza, in altri termini, consiste di leggi controllate sui fatti. E tale controllo sui fatti esclude dalla scienza ogni ricerca di essenze e cause ultime metafisiche.

Tale è dunque la legge dei tre stati, la quale appare a Comte evidente di per sé e trova conferma nella stessa storia umana e dei singoli: "Chi di noi – dice Comte – non ricorda che è stato successivamente, rispetto alle nozioni più importanti, teologo nella sua infanzia,metafisico nella sua giovinezza e fisico nella sua virilità?".

Secondo Comte, sebbene varie branche della conoscenza umana siano ormai entrate (nella sua epoca) nella fase positiva, la totalità della cultura e quindi della organizzazione sociale che su di essa si fonda, non è ancora permeata dallo spirito positivo. La mancata penetrazione dello spirito positivo ha prodotto la crisi intellettuale, morale e politica della società (a lui contemporanea). Se infatti una delle tre filosofie possibili – la teologica, l metafisica o la positiva – avesse ottenuto una preponderanza universale completa, ci sarebbe anche un determinato ordine sociale. Ma poiché quelle tre filosofie continuano invece a coesistere, ne risulta una situazione incompatibile con un’effettiva organizzazione sociale. Comte si propone così sia di portare a termine l’opera iniziata con Bacon, Descartes, Galilei, sia di costruire un sistema di idee generali che deve definitivamente prevalere nella specie umana, ponendo così fine alla crisi che tormenta tutti i popoli. Tale sistema di idee generali o filosofia positiva presuppone però che sia anzitutto determinato il compito particolare di ciascuna scienza e l’ordine complessivo di tutte le scienze: presuppone un'enciclopedia delle scienze che, muovendo da una classificazione sistematica, fornisca il prospetto generale di tutte le conoscenze scientifiche. Le scienze si possono classificare considerando in primo luogo il loro grado di semplicità o il grado di generalità dei fenomeni che costituiscono il loro oggetto. I fenomeni più semplici sono infatti anche i più generali; ed i fenomeni semplici e generali sono anche quelli più facilmente osservabili. Perciò, graduando le scienze secondo l’ordine della semplicità e generalità decrescenti, si viene a riprodurre, nella gerarchia così formata, l’ordine di successione con cui le scienze sono entrate nella fase positiva. Ad esempio l’astronomia uscì dalla fase metafisica con Copernico, Keplero e Galilei; la fisica raggiunse lo stato positivo con Huygens, Pascal, Papin e Newton; la chimica grazie a Lavoisier; la biologia con Bichat e Blainville ecc.

L’enciclopedia delle scienze sarà dunque costituita da queste cinque scienze fondamentali: astronomia, fisica, chimica, biologia e sociologia. Della gerarchia delle scienze non fanno parte, per Comte, né la matematica né la psicologia, ma per motivi diversi: la matematica perché è alla base di tutte le altre scienze; la psicologia perché non è una scienza. Comte ritiene infatti che la cosiddetta "osservazione interiore" sia impossibile. I fenomeni spirituali non possono essere osservati nell’atto stesso in cui si verificano: l’individuo pensante non può dividersi in due, di cui l’uno ragioni mentre l’altro lo guardi a ragionare. Lo studio dei fenomeni psicologici non può consistere che nella determinazione delle condizioni organiche da cui dipendono, ed allora riguarda l’anatomia e la fisiologia; da un punto di vista dinamico se ne occupa invece la sociologia.

Ogni scienza ha la sua autonomia e le sue leggi. 
La sociologia
non può ridursi né alla biologia né alla psicologia. La società ha una realtà naturale ed originaria: gli uomini vivono in società perché questo fa parte della loro natura sociale. Essi sono sociali fin dall’inizio e non c’è bisogno di nessun contratto sociale, come vorrebbe ad esempio Rousseau, per associarli. Ora, solamente una sociologia scientifica potrà essere la sola "base solida per la riorganizzazione sociale, che deve chiudere lo stato di crisi nel quale si trovano da lungo tempo le nazioni più civili". Non si possono risolvere crisi sociali e politiche senza la debita conoscenza dei fatti sociali e politici. La conoscenza è fatta di leggi provate sui fatti. Occorre così trovare le leggi della società se vogliamo risolverne le crisi e prevedere lo sviluppo futuro della convivenza sociale. Ecco perché Comte considera un compito estremamente urgente lo sviluppo della sociologia o della fisica sociale.

Comte divide la sociologia in due branche che chiama la statica sociale e la dinamica o fisica sociale.
La statica sociale si basa sul concetto di ordine e studia le condizioni di esistenza comuni a tutte le società di tutti i tempi. Tali condizioni sono la socievolezza fondamentale dell’uomo, la famiglia, la divisione nel lavoro che si concilia però con la "cooperazione degli sforzi". La legge fondamentale della statica sociale è la connessione trai diversi aspetti della vita sociale così che, per es., una costituzione politica, un particolare regime politico non è indipendente da fattori economici e/o culturali, e può diventare inadeguato in una fase diversa o successiva.
La dinamica sociale si basa sul concetto di progresso e studia le leggi di sviluppo della società. Il progresso, secondo Comte, realizza un perfezionamento incessante, per quanto non illimitato, del genere umano. Tale perfezionamento segna "la preponderanza crescente delle tendenze più nobili della nostra natura". Esso comunque non implica che una qualsiasi fase della storia umana sia imperfetta o inferiore alle altre (ad es. Comte rivaluta il Medioevo). Allo stato o stadio teologico corrisponde per Comte la supremazia del potere militare (Feudalesimo); allo stadio metafisico corrisponde l’epoca delle rivoluzioni (che comincia con la Riforma protestante e termina con la Rivoluzione francese); allo stadio positivo corrisponde la società industriale.

Quando la sociologia raggiungerà la sua perfezione scientifica, sarà in grado di far uscire l’umanità dalla crisi che la travaglia e di elaborare la riorganizzazione spirituale delle società moderne. Comte vorrebbe favorire l’avvento di un nuovo tipo di società che egli chiamò sociocrazia, cioè un regime fondato sulla sociologia, analogo e corrispondente all’antica teocrazia, che era fondata sulla teologia. E come il Medioevo era riuscito a costruire la propria unità intorno al nucleo centrale della religione cristiana, così l’età positiva dovrà elaborare anch’essa i suoi "dogmi" in concordanza col livello raggiunto delle conoscenze scientifiche.

La religione dell’umanità proposta a questo riguardo da Comte, pur nella sua ingenuità e irrealizzabilità pratica, si basa sulla consapevolezza che una qualunque società non può essere costruita sulla base dei soli rapporti tecnico-scientifici, che non penetrano nella sfera dei sentimenti, delle emozioni, delle passioni, bensì richiede l’esistenza di un corpo di dottrine morali e religiose sulle quali possa radicarsi l’obbedienza dei cittadini, la cui piena adesione a quella religione civile deve saper trasformare il rapporto di passiva subordinazione del suddito nell’attiva partecipazione del cittadino. Comte stesso avrebbe dovuto e voluto essere il capo spirituale di quella nuova religione che avrebbe dovuto soppiantare ogni altro culto. Nel Sistema di politica positiva o Trattato di sociologia che istituisce la religione dell’umanità (1851-54), egli delinea il nuovo credo religioso. Al posto di Dio egli pone l’Umanità, che è "l’insieme degli esseri passati, futuri e presenti che concorrono liberamente a perfezionare l’ordine universale". Accanto all’Umanità, chiamata anche Grande Essere, egli pone come oggetto di adorazione il Grande Feticcio, cioè la terra, ed il Grande Mezzo, cioè lo spazio. Insieme formano la trinità positivista. Comte delinea anche un nuovo calendario, un calendario positivista, ed inoltre nuovi riti e un nuovo segno della croce; l’angelo custode sarà la donna, in particolare Clotilde de Vaux, donna amata ed idealizzata da Comte. Infine la morale positivista sarà fondata sull’altruismo: vivere per gli altri sarà la sua massima fondamentale.

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Auguste Comte nacque a Montpellier (Francia) nel 1798. Frequentò la Scuola Politecnica di Parigi. Tra il 1826 e il 27 ebbe una grave crisi che lo portò persino sull’orlo del suicidio, ma in qualche modo la superò. Superata la crisi, ottenne un incarico alla Scuola Politecnica ma dovette presto lasciarlo per l’ostilità degli ambienti accademici nei confronti delle teorie esposte nel suo Corso di filosofia positiva, che ottenne però un notevole successo. Il pensiero di Comte si diffuse rapidamente, soprattutto nei paesi anglosassoni, ed ebbe numerosi discepoli. Dopo una seconda crisi nel 1845, si legò ad una donna, Clotilde de Vaux, che da allora considerò come la sua musa ispiratrice. Quando Clotilde morì (1846), egli si dedicò al progetto di una nuova religione per l’umanità che andò poi sistematizzando nel Sistema di politica positiva. Morì a Parigi nel 1857.

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