Presentazione

La Logica di Russel, il Coraggio di Camus e la Fede di Chesterton.

giovedì 9 gennaio 2014

Introduzione al Pensiero Buddhista

Francesco Dipalo, "Introduzione al pensiero buddhista"
Edizioni del Giardino dei Pensieri, Bologna 2012


Descrizione:

Con questo testo ci ripromettiamo di tratteggiare, in breve, le idee fondamentali del Buddhismo.
Non miriamo ad un’esposizione completa ed esauriente. I lettori più esigenti avranno modo di placare la propria sete di conoscenza con l’attingere a ben altre fonti. Per questo, non esitiamo a rimandarli alla bibliografia commentata che completa la nostra trattazione. L’intento che ci anima è piuttosto quello di pungolare la curiosità intellettuale ed esistenziale di quanti, pur avendo qualche conoscenza filosofica, magari acquisita negli anni di studio liceale, non si sono mai accostati a questa sconfinata galassia del pensiero umano, ma sono disponibili al confronto con ciò che è diverso, provano gusto a mettersi in discussione come persone “integrali”, non disdegnando indossare i panni del “principiante”.
«Se la vostra mente è vuota, è sempre pronta per qualsiasi cosa; è aperta a tutto. Nella mente di principiante ci sono molte possibilità; in quella da esperto, poche (Mente Zen. Mente di principiante)» – ci ricorda il maestro zen giapponese Shunryu Suzuki (1904 – 1971), uno degli “apostoli” del Buddhismo in Occidente. “Apertura” è un termine importante per chi ama la filosofia, non importa che segua la tradizione “occidentale” o quella “orientale”. Aprirsi all’Altro da sé, a ciò che non si conosce è un gesto d’amore, soprattutto verso se stessi. E chi ama, sospinto dal desiderio, si mette in cammino verso la meta del suo amore. È questo il significato della parola greca “philo-sophìa” (amore per la sapienza). Il vero filosofo, dunque, è un eterno principiante, perché si è perfezionato nell’arte del meravigliarsi dinanzi a ciò che è nuovo e per lui inaudito. E custodisce un piccolo segreto, ignorato dai più: che «ogni giorno sorge un sole nuovo (Eraclito fr. 6 DK)», ossia ad ogni attimo, ad ogni batter di ciglia corrisponde una nuova esperienza conoscitiva.
Ecco, possiamo dire, in estrema sintesi, che l’essenza del messaggio buddhista stia proprio in questo invito a guardare se stessi e il mondo con occhi sempre nuovi, scientificamente oggettivi e compassionevoli allo stesso tempo, traducendo in pratiche di vita tale atteggiamento filosofico di fondo, in modo che esso penetri sin nel midollo del proprio essere. È la stessa “volatilità” del tempo ed imprevedibilità dei casi della vita a renderlo urgente. La vita è adesso, solo qui ed ora. Nell’illusione di un “prima” o di un “poi” la sofferenza è in agguato. Per questo, il Sandokai, poema buddhista dell’VIII secolo d. C., si chiude con questo appello: «Voi che ricercate la Via, vi prego, non lasciate che i giorni e le notti passino invano».
Là dove è stato possibile (e si è rivelato opportuno), per puntualizzare con maggiore chiarezza alcuni principi della visione buddhista si è fatto ricorso alla comparazione con il pensiero occidentale, utilizzando spunti ed autori dell’antichità greco-romana nonché della filosofia moderna e contemporanea. Si tratta, evidentemente, solo di suggestioni e di tracce che meriterebbero di essere seguite con maggiore attenzione. Ci interessa qui sottolinearlo per mostrare come certe distinzioni alle quali siamo superficialmente abituati – del genere “Occidente” versus “Oriente” – siano decisamente fuorvianti. Credo che oramai – a tutti i livelli, a cominciare da quello scolastico – sia giunto il momento di riconsiderarle in toto e di superarle in una più ampia e fruttifera sintesi che metta al centro l’individuo filosofante e le sue concrete esigenze esistenziali e spirituali di essere umano e di cittadino globale.

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